Di Maio: «L’immunità penale all’ILVA non esiste più»

Di Maio: «L’immunità penale all’ILVA non esiste più»

Maggio 2, 2019 Off Di Redazione

«Nei prossimi mesi a Taranto faremo tante cose, ma la più importante l’abbiamo fatta oggi: riportare lo Stato in città. Oggi cinque ministri si sono seduti al tavolo a discutere faccia a faccia con i cittadini. Idee diverse, talvolta diametralmente opposte, ma una cosa non lascia spazio a dubbi o contrapposizioni ed è la voglia di rendere Taranto un posto migliore e ridarle la dignità che per anni gli è stata strappata. Io su questo voglio lavorare, del resto mi importa poco».

Così Luigi Di Maio in un post sul Blog delle Stelle.

Questo tavolo, ha fatto sapere il vicepremier «è solo il primo, tra due mesi si riaprirà e, nuovamente, sarete tutti invitati. Portate suggerimenti, idee, nozioni, speranze e anche rabbia se necessario, ma che ogni azione remi in un’unica direzione: il bene di Taranto e dei suoi cittadini».

«Un primo grande passo è stato fatto,» ha sottolineato Di Maio «abbiamo tolto l’immunità all’Ilva. D’ora in poi nessuno, qualora dovessero essere riscontrate responsabilità oggettive, potrà più utilizzare una pratica vergognosa come quella dietro alla quale i vecchi proprietari (e i vecchi governi) si sono sempre nascosti. Siamo il governo del cambiamento, il governo della trasparenza, il governo della responsabilità. E questo nessuno potrà mai togliercelo».

«Sono stato in visita all’Ilva proprio stasera e la prima copertura dei depositi minerali è quasi pronta. Ma è solo l’inizio. Presto ne arriverà una seconda, perché il quartiere di Tamburi non può più aspettare, merita le necessarie protezioni e finalmente le avrà. Non abbiamo la bacchetta magica, sebbene sentendo certe storie verrebbe voglia di stringerla tra le mani, ma ce la stiamo mettendo tutta, consci che il lavoro che stiamo portando avanti è fatto nel solo interesse dei cittadini di Taranto. Ripeto, cinque ministri oggi hanno deciso di metterci la faccia, se non volete darci fiducia dateci almeno tempo. Anche perché i soldi ci sono, sono lì da almeno quattro anni ed è assurdo che non siano mai stati spesi. Il nostro compito sarà farlo e soprattutto farlo bene. Tra due mesi tireremo le prime somme», ha concluso.

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