In Italia crolla il numero dei bambini vaccinati

In Italia crolla il numero dei bambini vaccinati

Ottobre 26, 2015 Off Di Fabio Morelli

In Italia, il numero di bambini che vengono sottoposti alle vaccinazioni è in forte decrescita. Come è stato evidenziato dai dati diffusi dal Ministero della salute che, attraverso i media, ha incoraggiato i genitori a sottoporre i piccoli alle vaccinazioni previste dal protocollo in atto.

La decisione di non sottoporre i bambini alle vaccinazioni può risultare potenzialmente pericolosa perché incrementa le possibilità di diffusione di malattie che, fino ad oggi, erano scomparse. In alcuni Paesi europei, sono stati individuati dei casi di patologie che possono essere facilmente combattute attraverso i vaccini.

Secondo i dati del Ministero della salute, per il 2015 si è assistito ad un crollo dei vaccini contro il morbillo, la rosolia e parotite. Sempre meno i bambini che, nel 2014, hanno ricevuto la vaccinazione contro il tetano, la difterite e l’epatite B.

Si tratta di una tendenza ormai piuttosto diffusa che, se non opportunamente trattata, può essere piuttosto pericolosa perché i vaccini hanno rappresentato un’arma contro malattie dalle conseguenze spesso terribili. Le generazioni di oggi, grazie alle campagne di vaccinazioni, hanno avuto la fortuna di non dover affrontare epidemie o le conseguenze negative di alcune malattie.

L’Istituto superiore di Sanità ha affermato che la diminuzione delle vaccinazioni è un fenomeno che si ripete già da qualche tempo e, più esattamente, dal 2012 dimostrando ch si tratti, ormai, di un atteggiamento piuttosto diffuso e radicato.

A spingere i genitori al rifiuto delle vaccinazioni è, soprattutto, la paura di andar incontro a possibili conseguenze negative. Ed è proprio su questo punto che bisogna far leva per sottolineare che si tratta di una strada pericolosa che può portare ad esiti davvero disastrosi. L’Istituto superiore di sanità ha rilevato che non proteggere le nuove generazioni con i vaccini significa esporle ad un altissimo rischio di contrarre patologie che potrebbero provocare disabilità oppure potrebbero non essere adeguatamente curate perché non riconosciute in tempo utile.

Contributo: il mio bambino