Il make up etnico
Novembre 6, 2014Il fascino dell’esotico può essere fonte di ispirazione per un make up speciale.
Nella prima metà del Ventesimo Secolo le isole dell’Oceano Pacifico meridionale rappresentavano l’ultima frontiera dell’esplorazione antropologica.
Studiosi divenuti poi famosissimi, come per esempio le statunitensi Margaret Meade (1901 – 1978) e Ruth Benedict (1887 – 1948) o l’inglese Alfred Reginald Radcliffe-Brown (1881 – 1955) si recarono in zone che restano ancora oggi difficilmente raggiungibili, come le isole della Papuasia.
Il make up delle isole del Pacifico
Affascinati dalle popolazioni che raggiungevano, popolazioni rimaste per così dire fuori dalla storia, studiosi come quelli che abbiamo citato non potevano fare a meno di notare la ricchezza dell’immaginario mitologico di questi popoli da un lato, e dall’altro quella delle loro produzioni artistiche che talvolta si concretizzavano in episodi di vero e proprio make up rituale.
Tra rito e… Make up
Alcune cerimonie, infatti, prevedevano che i partecipanti si presentassero con specifiche vesti, ma anche con abbellimenti che, ai nostri occhi occidentali, ad altro non fanno pensare che al mondo della cosmetica.
Uno dei modi più diffusi e decisamente “indelebile” di intervenire era quello dei tatuaggi: sono famosissimi, e bellissimi, quelli che ancora oggi contraddistinguono per esempio culture come quella Maori o di Samoa.
Ma esistevano anche forme che prevedevano l’uso di pigmenti colorati da applicare sulla pelle, sia del corpo sia del viso. E quindi, ebbene sì: possiamo affermare che esiste una cosmetica delle popolazioni “primitive” del Pacifico e allora, perché non ispirarsi a quella cosmetica per un make up esotico, naturale e decisamente originale?
I colori possono essere sia quelli tenui delle “terre”, sia quelli estremamente vivaci. Lo scopo sarà quello di evidenziare i tratti del viso, facendo risaltare gli occhi, magari “osando” con delle combinazioni di colori vivi sulle guance e accompagnando con un profumo fresco e dinamico.