La differenza tra CMYK ed RGB
Ottobre 24, 2014Sia per la stampa offset tradizionale che nella stampa online in digitale spesso ci si imbatte nelle sigle CMYK ed RGB ma, trattandosi di nomi molto tecnici, potremmo non essere in grado di comprendere appieno il loro significato. E’ importante capire a cosa si riferiscono queste sigle, in quanto esse rappresentano la chiave della gestione dei colori nell’elaborazione digitale delle immagini e nella successiva fase di stampa.
La sigla RGB significa Red, Green and Blue, ovvero rosso, verde e blu. Questi sono i colori presenti negli elaboratori degli apparecchi multimediali, quali fotocamere o smartphone. E’ importante fare un piccolo passo indietro e comprendere che il sensore di questi dispositivi, ovvero lo strumento che cattura la luce, ragiona in bianco e nero, solo successivamente l’immagine ‘catturata’ viene convertita in colori, i quali sono stati universalmente decodificati con la sigla RGB, per consentire sia ai laboratori di stampa tradizionali che ai service di stampa online di ‘conversare’ nello stesso linguaggio.
La commistione di questi colori genera il resto delle tinte che noi vediamo in un’immagine, grazie alla combinazione di questi tre colori che possono essere considerati i ‘primari’. Accettiamo quindi che, universalmente, ogni immagine prodotta possiede una codifica di colori RGB.
il colore nell’uso amatoriale e professionale
Quasi ogniuno di noi ha fatto esperienza di stampa per se stesso, utilizzando i propri mezzi per stampare magari dei bigliettini da visita, dei manifesti per un evento altri più coraggiosi si saranno cimentati nella stampa di calendari personalizzati da regalare ad un ristretto gruppo di amici e conoscenti, in tutti questi casi vengono tralasciati molti dettagli che in ambito professionale farebbero la differenza, partendo dalla scelta della carta, alla risoluzione delle immagini ed anche i parametri di colore.
Gli aspetti relativi alla gestione del colore cambiano nel momento della stampa, in quanto i dispositivi digitali e offset non ragionano in termini RGB, ma nella famosa stampa in quadricromia, ovvero nella combinazione di quattro colori che generano tutte le altre tinte. I quattro colori che formano la quadricromia sono rappresentati con la famosa sigla CMYK, ovvero C sta per ciano, l’azzurro, M sta per magenta, un fucsia acceso, Y sta per yellow, il giallo e K sta per Key Color, il colore chiave che aiuta ad originare tutte le altre tinte. Sulla carta il K color dovrebbe essere un nero, ma nella realtà esso è un marrone piuttosto scuro.
Quasiasi prodotto vogliate realizzare è bene tener presente della linea di demarcazione tra le due gamme di colori, che si tratti dei semplici volantini o che vogliate stampare dei calendari personalizzati, la conversione dalla gamma RGB in CMYK è inevitabile. Come avviene la conversione? Attraverso dei programmi di ritocco fotografico e di impaginazione grafica, quali ad esempio Photoshop, Illustrator e Indesign.
La conversione assicura che la stampa abbia un’ottima resa e che vengano rispettati i parametri relativi alla sua funzione puramente tecnica.