Le principali conseguenze dell’invenzione della stampa

Le principali conseguenze dell’invenzione della stampa

Luglio 18, 2014 Off Di Redazione

L’invenzione della stampa fu un evento fondamentale per la storia della comunicazione dell’uomo, in quanto determinò cambiamenti radicali nel modo di conservare e di trasmettere le informazioni. Oggi infatti con le moderne tecnologie siamo arrivati addirittura alla stampa libri online e alla stampa volantini ordinando comodamente da casa su uno dei tanti negozi su internet!

invenzione della stampaA dire di George Sarton, rinomato storico della scienza, la creazione gutemberghiana fu “la più grande invenzione del Rinascimento”. La scoperta dei caratteri mobili, del resto, velocizzando il processo di produzione, consentì una più rapida circolazione delle informazioni e del patrimonio culturale, modificando in maniera profonda la vita intellettuale del mondo occidentale.

Il libro, infatti, si trasformò da mero oggetto elitario a strumento di conoscenza destinato anche ai ceti meno abbienti. Il primo testo ad essere stampato dalla società che Gutenberg fondò con il banchiere Johann Fust fu la “Bibbia di 42 righe”, meglio nota come Bibbia di Gutenberg (1456). Delle 182 copie originarie oggi ne sono rimaste solo 49 esemplari.

L’invenzione della stampa e le prime tipografie

Nell’arco di dieci anni la nuova tecnica di stampa elaborata da Gutenberg cominciò a diffondersi i tutta Europa. Vennero fondate le prime prototipografie a Colonia, a Strasburgo, a Basilea, a Roma, a Venezia, a Parigi, a Napoli, a Messina, a Londra, a Stoccolma, a Odense e in tutte le principali città universitarie del vecchio continente.

I primi addetti ai lavori denominarono la propria attività ars impressoria e, solo in un secondo momento, cominciarono a chiamarla tipografia (dal greco typos, cioè segno, carattere e graphein, cioè scrivere).

Il torchio tipografico

Il torchio tipografico gutemberghiano era costituito da parti fisse (ovvero la struttura portante) e da parti mobili (il carrello e un telaio di legno detto timpano che teneva bloccato il foglio di carta).

I maestri tipografi si servivano generalmente di due distinte figure professionali per assicurarsi il corretto funzionamento del torchio tipografico in legno, ovvero il torcoliere e il battitore. Il primo era l’operaio impressore addetto all’applicazione del foglio sul timpano, mentre il secondo aveva il compito di versare l’inchiostro sulla forma di stampa con le lettere in rilievo, servendosi di un resistente tampone in pelle.

Il primitivo ed ingombrante torchio gutemberghiano in legno col tempo divenne più piccolo e maneggevole e venne realizzato in metallo.